Del 30 Agosto 2023 alle ore 20:36Il nutrimento contro la violenza di genere è nelle Scuole
di Karol Capodieci – studente del Liceo Moscati di Grottaglie e Presidente della Consulta degli studenti della Provincia di Taranto
Non mi piace mai partire dai dati ma ritengo necessario farlo perché sia chiaro a tutti che il fenomeno della violenza sulle donne riveste proporzioni tali che necessita di interventi urgenti, di sistema e non occasionali.
Secondo i dati raccolti della rete D.I.Re donne in Rete contro la violenza – La Rete nazionale antiviolenza gestita da organizzazioni di donne – sono oltre 20 mila donne accolte nei centri nel 2022. Solo il 27% denuncia.
Se non è emergenza questa!
Dopo i fatti sconvolgenti di Palermo e di Caivano, ognuno sente l’impellenza di dire la sua in rete, nei salotti televisivi, sui social, a qualsiasi costo.
Stiamo assistendo ad un delirio di opinioni da parte di chiunque. Persino la ragazza di Palermo è stata costretta ad intervenire ricordando che – ci sono donne che si uccidono per il circo mediatico a cui siamo tristemente abituate.
In questo modo si continua ad esercitare violenza. Si chiama vittimizzazione secondaria, quel fenomeno che porta la vittima a rivivere le condizioni di sofferenza a cui è stata sottoposta per cui viene scoraggiata a parlare apertamente della sua situazione di sofferenza o persino a denunciare finendo per colpevolizzarsi fino al punto di assumersi la responsabilità di ciò che è successo provando vergogna e rinunciando a far valere i propri diritti.
Frasi del tipo “certo, se ti vesti così è ovvio che attiri l’attenzione, perché non hai denunciato prima, se bevi perdi il controllo e incontri il lupo” possono uccidere.
Le parole rivestono un ruolo fondamentale, possono guarire, ferire o uccidere.
Le parole assumono un significato, assumono un senso se pronunciate con consapevolezza e rigore, con attenzione, sensibilità in una relazione dove l’empatia e la vicinanza rappresentano l’unica modalità possibile di stare con l’altro, con l’altra. Con l’amico o amica, compagno o compagna di classe, fidanzata. Ho pensato e riflettuto tanto sugli ultimi terribili fatti accaduti.
Mi vengono in mente le parole dal Presidente dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari, nella lettera aperta alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Credo che sia venuto il momento di rendere sistematica e strutturale l’educazione della psiche nelle scuole, di aiutare studenti e docenti nella promozione delle risorse psicologiche, delle competenze per la vita”.
La scuola e le competenze per la vita. Mi risuonano queste parole. La scuola è il luogo di eccellenza per la nostra formazione e per la nostra crescita, come persone e come futuri cittadini. “Ciò che siamo, io, tu, tutti, come individui e come membri di una comunità ha necessità di nutrimento”.
Ma il nutrimento non è dedicare due giornate all’anno al tema del contrasto della violenza di genere e nemmeno prevedere due ore della cosiddetta educazione civica a settimana all’interno dell’orario curricolare o ancora peggio propinando progetti calati dall’alto dove i ragazzi non si sentono coinvolti e di conseguenza non sono partecipi attivamente e con sentimento.
In questa sfida bisogna essere uniti. L’educazione socio affettiva, l’educazione ai sentimenti e alle emozioni sono parte del nutrimento, che vedono scuola, famiglia, istituzioni e associazioni del territorio, uniti. Mi sono fatto tante domande ma da solo non sono riuscito a trovare una risposta. Nessuno può trovarla. E dobbiamo stare attenti a non farci confondere dagli slogan.
La risposta è nelle azioni, e negli interventi che dobbiamo costruire insieme e uniti, affinché lo smarrimento che viviamo lasci il posto a mete e obiettivi di valore che illuminino la nostra strada verso il futuro.
Nel mio ruolo di Presidente della Consulta degli Studenti di Taranto, stiamo già lavorando per presentare la nostra proposta coinvolgendo una rete di scuole della provincia di Taranto.
Ma prima ancora del ruolo che ricopro, come studente e ancor più come ragazzo, vivo con sdegno e a volte con impotenza quanto accade. Siamo a pochi giorni dell’inizio dell’anno scolastico e bisogna riflettere tutti insieme sulla necessità di esserci, di essere presenti, di dare il nostro contributo.
La scuola, è il luogo dove il pensiero si nutre, dove non ci deve essere spazio per divisioni, pregiudizi, atteggiamenti che marcano differenze di genere, di credo religioso. La scuola deve essere il luogo dove, passioni, ambizioni, desideri, crescono per raggiungere obiettivi, vette, sfide sempre più ambiziose. La scuola, rappresenta il luogo di rinascita sociale e mai di decrescita sociale, di appiattimento. La scuola deve rappresentare il luogo dove le differenze diventano opportunità di crescita e arricchimento. E’ solo attraverso questo presupposto che il rispetto per l’altro diventa un valore, da apprezzare e da difendere. L’altro inteso come condivisione e mai come prevaricazione.
Redazione Corriere di Puglia e Lucania
Corriere Nazionale
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