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Del 29 Agosto 2023 alle ore 14:55 L’attuale crisi della scienza richiede una rinnovata audacia, simile a quella portata da Duchamp con il ready-made nell’arte, per affrontare le sfide globali con scoperte “disruptive” (N.B. L’espressione “Disruptive innovation” sta a indicare tutte quelle innovazioni capaci di rivoluzionare il funzionamento di un mercato o di un settore arrecando danno alle grandi aziende consolidate preesistenti).
La scienza è in crisi. Questa è la chiara constatazione che emerge da un articolo recentemente pubblicato su Nature da studiosi delle Università di Minnesota e Arizona. Un’analisi attenta di brevetti e paper scientifici rivela un trend preoccupante: le scoperte scientifiche sembrano diventare più marginali e incrementali, mancando di quell’ambizione dirompente che in passato ha cambiato il corso di intere discipline. Mentre una volta la scienza era caratterizzata da grandi svolte, come la scoperta della struttura del DNA da parte di Watson e Crick, sembra che oggi si stia facendo più spesso “innovazioni al margine”, senza affrontare sfide fondamentali.
La narrazione cinematografica, come quella nel film “Oppenheimer” di Christopher Nolan, in cui menti brillanti come Einstein e Bohr collaboravano liberamente per raggiungere scoperte rivoluzionarie, ci fa riflettere su quanto la scienza sia cambiata nel corso del tempo. Le sfide globali attuali, dall’ebollizione globale alla crescente disuguaglianza economica, richiedono soluzioni innovative, ma sembra che la scienza stia faticando a offrire queste soluzioni.
Tuttavia, il metodo scientifico in sé non è cambiato. Ancora oggi, la scienza si basa su ipotesi, prove ed errori per evolvere e progredire. Isaac Newton ha parlato di “appoggiarsi sulle spalle dei giganti”, riconoscendo che la conoscenza scientifica si costruisce gradualmente. Tuttavia, qualcosa è cambiato nel corso degli anni. La scienza si è specializzata in discipline sempre più separate, con scarse comunicazioni tra di loro. Questa frammentazione ha portato a una mancanza di scambio interdisciplinare, un aspetto fondamentale per affrontare le sfide complesse che il mondo affronta oggi.
La divisione del lavoro e la specializzazione delle discipline scientifiche sono esacerbate dal sistema di pubblicazioni accademiche, che premiano articoli con valenza verticale anziché orizzontale. Questo approccio penalizza l’innovazione “disruptive”, che richiede il collegamento di idee al di là delle frontiere disciplinari. La scienza si è trasformata in compartimenti stagni, e questo può essere un ostacolo significativo per affrontare le sfide attuali.
Per affrontare questa crisi, possiamo prendere ispirazione dalla provocatoria rivoluzione artistica portata da Marcel Duchamp e il suo ready-made. Duchamp ha rifiutato l’estetica tradizionale e l’abilità tecnica, introducendo oggetti pronti e comuni nell’arte. Questa mossa ha ridefinito il concetto stesso di opera d’arte, spostando l’attenzione dall’aspetto fisico a quello concettuale. Duchamp ha rotto i confini dell’arte tradizionale, portando la creatività e l’innovazione al centro dell’esperienza artistica.
Analogamente, la scienza potrebbe trarre insegnamenti dallo spirito di Duchamp. Per affrontare le sfide globali complesse, dobbiamo abbracciare l’interdisciplinarietà e incoraggiare la creatività scientifica. Riviste accademiche e finanziatori potrebbero promuovere ricerche più orizzontali e sfide interdisciplinari, creando incentivi per la collaborazione tra diverse aree della conoscenza scientifica.
Mentre il futuro della scienza potrebbe sembrare incerto, possiamo trarre conforto dalla storia dell’arte. Duchamp ha dimostrato che una rivoluzione audace può portare a nuove forme di espressione e significato. Così come Duchamp ha sconvolto il mondo dell’arte, una nuova ondata di creatività e collaborazione potrebbe guidare la scienza verso una rinascita “disruptive”, affrontando con successo le sfide del nostro tempo.L’articolo Un’Urlo per la Scienza: Riflessioni Sull’Innovazione Nell’Era dell’Incremento è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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