Del 25 Agosto 2023 alle ore 10:00Di Francesca Mallone
Per molto tempo si è diffusa l’idea che la donna medievale abbia avuto sempre un ruolo di secondo piano all’interno della società, ma è davvero così?
Spiegare il ruolo della donna all’interno della società medievale risulta essere complesso, poiché questo mutava in base allo status sociale. In generale, le donne avevano il compito di procreare, badare alla casa e assistere anziani e malati.
Quando le donne avevano raggiunto l’età fertile, si sposavano e nel momento opportuno il padre stipulava un contratto con la famiglia del futuro marito. Alla donna non era permesso ereditare beni familiari, in compenso le veniva consegnata una dote che passava nelle mani del marito che aveva il compito di conservarli o investirli in modo che questi potessero tornare indietro alla moglie in caso di vedovanza o separazione. Tuttavia, in alcuni casi le donne riuscivano a disporre di denaro in modo autonomo ritagliandosi così una piccola indipendenza economica.
Alla morte del marito, le donne se decidevano di non risposarsi, ottenevano la dote e amministravano il patrimonio familiare fino alla maggiore età dei figli. Nelle classi elevate, potevano anche prendere il posto del defunto marito esercitando poteri pubblici e, in alcuni casi, governando con grande abilità. Anche nel basso ceto, la vedovanza permetteva alle donne di fare scelte vantaggiose. Talvolta, subentravano al marito nella guida delle botteghe e le vedove degli artigiani ereditavano anche i privilegi all’interno delle corporazioni partecipando attivamente alla vita pubblica.
Un’altra possibilità per la conservazione dell’autonomia della donna era quella di entrare in convento, sia se non ci si voleva sposare, sia se si era rimaste senza marito. Nonostante le donne fossero soggette al potere di vescovi e monaci, i margini di autonomia rimanevano elevati.
L’articolo Il ruolo della donna nel Medioevo è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.