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Del 23 Agosto 2023 alle ore 09:46Sabato 26 agosto alle ore 17 si terrà l’inaugurazione della straordinaria Mostra di Piero Racchi presso la Chiesa Confraternita dell’Annunziata a Bubbio, nell’ambito della rassegna “Dal Mare alle Langhe”.
Comunicato Stampa:

Bubbio, 23 Agosto 2023 – Una sinfonia di creatività e visione artistica prende vita con l’inaugurazione della Mostra “Natura e Artificio” di Piero Racchi, che si terrà Sabato 26 agosto alle ore 17 presso la suggestiva cornice della Chiesa Confraternita dell’Annunziata a Bubbio. L’evento è una pietra miliare all’interno della rassegna multiculturale “Dal Mare alle Langhe”, che promuove l’incontro tra diverse espressioni artistiche.
L’artista, Piero Racchi, originario di Melazzo e ormai parte integrante di Acqui Terme, ha sviluppato la sua unica prospettiva artistica attraverso un cammino di crescita e scoperta che si intreccia con l’arte, la musica e la sperimentazione. L’inaugurazione vedrà la partecipazione dell’apprezzato presentatore Antonio Rossello, insieme al Sindaco di Bubbio, Stefano Reggio, al Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana Combattenti Interalleati, Vittorio Galoppini, e alla Direttrice della Biblioteca, Elisa Gallo.
La mostra, sostenuta dal patrocinio della Regione Piemonte, del Comune di Bubbio, della Biblioteca Civica “Leone Novello” di Bubbio, dell’Associazione Italiana Combattenti Interalleati e del Gran Priorato d’Italia dell’Ordine Militare ed Ospedaliero di San Lazzaro in Gerusalemme – Malta, è frutto dell’impegno organizzativo del Centro XXV Aprile.
L’arte di Piero Racchi è un inno alla complessità dell’universo, al connubio tra natura e artificio, dove ogni opera racchiude una storia propria. Con materiali eterogenei, dalle radici al metallo, dalle forme scolpite al polistirene, Racchi porta lo spettatore in un viaggio emozionale e concettuale unico nel suo genere. Le opere, rappresentazioni intense e potenti, sfidano i confini della percezione, invitando il pubblico a immergersi in un dialogo intimo tra l’arte e l’anima.
L’inaugurazione segna l’inizio di un periodo speciale, durante il quale la mostra rimarrà aperta al pubblico nei weekend, dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 19:00, dal 27 agosto al 17 settembre. L’ingresso è gratuito e aperto a tutta la comunità, offrendo a ognuno l’opportunità di vivere un’esperienza artistica unica e coinvolgente.
Per ulteriori informazioni e contatti stampa:
Piero Racchi
Telefono: 3337211525
Piero Racchi (Italia), Artista pittore contemporaneo | Artmajeur
Pietro Racchi – pittore contemporaneo | PitturiAmo® APS

Biografia dell’artista: Piero Racchi è nato a Melazzo (AL) il 27 giugno 1948. Vive ad Acqui Terme (AL) e crea le sue opere nel proprio atelier in via Goito. La sua attività pittorica è iniziata all’età di trentatré anni. Prima, essendo egli anche batterista, compositore e paroliere, ha passato la maggior parte della sua gioventù suonando in un gruppo locale.    La grafica è stata la sua prima passione. In seguito, estasiato da Renè Magritte, Salvador Dali e Max Ernst, è passato alla pittura a olio, dipingendo quadri surreali. Non contento, dopo varie tecniche e sperimentazioni, ha creato una personalissima serie di quadri polimaterici, intitolati “vedute spaziali”: scenari apocalittici e immoti, punteggiati da cattedrali tecnologiche su di un pianeta del dopo-bomba, senza vita vegetale né animale, osservato dalle stelle o, forse, da un satellite dei cui costruttori si è persa la memoria. Da una decina di anni, sempre rapito dal piacere di realizzare opere utilizzando materiali diversi, crea quadri e sculture che hanno un unico titolo e significato, “Natura e artificio”: la natura che tenta disperatamente di affrancarsi dall’asservimento umano. Essa, con le sue lunghe dita vegetali, serpeggia, avvinghia, penetra in ogni crepa e pertugio dei gelidi e ambigui manufatti umani e, come un lenzuolo sepolcrale, con la presunzione di far nascere un nuovo ciclo di vita, li ricopre. I suoi ultimi lavori sono quadri di cm. 20 x 20 e 60 x 60, realizzati su polistirene.
Critica in occasione della presente mostra:
“Le opere di Piero Racchi emergono come un’ode affascinante alla dualità intrinseca del mondo: natura ed artificio. Questo straordinario artista non solo ci offre una visione visiva delle tensioni e delle armonie tra questi due concetti, ma ci invita a immergerci profondamente nella sua creazione, a sperimentare l’intreccio tra i fili della realtà e dell’immaginazione.
La sua abilità nel comporre materiali così diversi – radici, metallo, polistirene – in una sinfonia visiva coesa è testimone della sua profonda comprensione della forma e della sua padronanza della tecnica. Tuttavia, ciò che rende davvero straordinarie le opere di Racchi è la sua capacità di tradurre emozioni e concetti complessi in immagini tangibili. Ogni opera è un universo autonomo, un racconto criptico che si rivela progressivamente allo sguardo dell’osservatore.
Nell’era dell’arte digitale e dell’estetica istantanea, Racchi ci ricorda la potenza dell’arte materica e delle sfumature sottili. Le sue opere sono un richiamo a riflettere sul significato più profondo di natura ed artificio nella nostra esistenza, sfidando le definizioni convenzionali e aprendo le porte ad una riflessione più ampia sulla condizione umana e sul nostro impatto sul mondo che ci circonda.
Con “Natura e Artificio”, Racchi supera i limiti della forma e dell’interpretazione. Le sue opere non sono semplici oggetti esposti, ma portali verso nuove percezioni e intuizioni. In un’epoca in cui l’arte può essere fugace e superficiale, le creazioni di Piero Racchi ci offrono l’opportunità di immergerci in un viaggio di scoperta, di sperimentare l’arte come connessione tra l’emozione e il pensiero, tra il reale e l’immaginario. Antonio Rossello”

Opera della Serie “Natura e Artificio”

Opera della Serie “Natura e Artificio”

Opera della Serie “Natura e Artificio”

Video
Hanno inoltre scritto relativamente all’artista e alle sue opere:

“Non si scappa. Ogni opera di Piero Racchi, artista operante ad Acqui Terme, si intitola nello stesso modo, Natura e artificio. Binomio fra i più ricorrenti nelle vicende del pensiero universale, e non solo di quello occidentale, che ha inteso distinguere, ma non necessariamente contrapporre l’ambito di ciò che esiste indipendentemente dalla capacità creativa dell’uomo e ciò che dall’homo faber invece dipende. In filosofia, e di riflesso anche nell’arte che si é posta come espressione estetizzata di particolari mentalità, la natura ha assunto valore positivo nelle visioni idealiste, convinte della sostanziale perfezione del creato in corrispondenza di quella del principio creante. In questa prospettiva, all’uomo non rimane che ricercare il massimo livello di armonia con la Grande Madre, potendo al massimo aspirare alla sua emulazione. Così la vedevano, per esempio, i classicisti rinascimentali; ma già col Manierismo e il Barocco, si afferma la volontà di individuare nell’artificio un’altra possibile natura, parallela a quella reale, eppure dotata di autonomia normativa rispetto ad essa. Nell’ottocento, due novità destinate a influenzare enormemente la mentalità moderna: da una parte, l’incrinazione, in filosofia, del primato idealista in favore del pensiero negativo (da cui anche la leopardiana “natura matrigna”), dall’altra la progressiva identificazione dell’artificio con il progresso tecnologico, capace di determinare nuovi mondi più di quanto l’arte sarebbe stata in grado di fare. La Natura e artificio di Racchi, intesa come programma complessivo della sua opera, é coerente con la storia appena sintetizzata. Il confronto, stridente, é ormai fra le origini della materia di cui Racchi si serve, la natura in un verso, l’industria nell’altro. L’armonia classicista é ormai un mito lontano, ma non del tutto dissolto; perché in fondo Racchi, componendo assemblages eterogenei di radici, metallo, polistirene o plastilina, continua a contemplare la possibilità di una mediazione fra estremi che l’attualità vorrebbe sempre più inconciliabili, ognuno non negando l’esistenza altrui. E’ l’intuizione dell’artista, associando liberamente l’inconsueto, organizzandolo in una forma plastica che non si deve al caso, ma all’applicazione di un preciso criterio regolatore, lo stesso riscontrabile nella logica della macchina, a stabilire una nuova condizione che tende a superare i vecchi steccati concettuali. E’ da qui che la vita, non solo dello spirito, può ripartire.  Vittorio Sgarbi”
“Segni e simboli provenienti da un’altra dimensione si compongono e si sovrappongono sul supporto a creare un ardito complesso indecifrabile, dove natura e artificio si incontrano e si scontrano ognuno per affermare il proprio dominio. I lavori di Pietro Racchi sono carichi di significato ma lasciano libertà di lettura a chi guarda, andando oltre il riconoscibile per inondare lo spazio di vivacità vibrante, veicolata dal colore e dal gesto in un dialogo continuo, che riesce a trasmettere ritmi incalzanti intrisi di energia, che sfuggono alle regole e ai canoni tradizionali della rappresentazione.  Paolo Levi”
“Le sculture di Piero Racchi compongono una sorta di microcosmo, come strutture portanti di un mondo naturale, assoluto o simbolico, sia sul versante operativo sia su quello morfologico. A questo artista più che la realtà interessa la forma, dimostrando ancora una volta che l’attuale riflessione sull’astrazione non è una pratica esclusivamente pittorica, vedi Judd. Serra e Lewitt, scultori che negli anni Sessanta hanno dominato il panorama della scultura informale. Un artista come Piero Racchi percepisce che i suoi lavori non sono semplici fatti materiali, resistenti all’interpretazione linguistica dell’astrazione, ma interagiscono tra la cultura del reale e la cultura del sogno. L’impegno dello scultore è molto più grande che nella pittura. Lo scultore porta una responsabilità più grave, perché mentre la pittura è finzione, la scultura è oggetto e comprende in sé il potere di presenza, un peso di realtà che manca alla pittura. Uno scultore che oggi abbia l’ardire di essere astratto naviga fra gli scogli dell’idealismo, sa di andare incontro ad un mare in tempesta, di sfidare le alte onde delle incomprensioni, anche se molti di loro si nascondono dietro le installazioni, come se si difendessero dietro un altare. Piero Racchi ha scelto la via più difficile, ma la sua audacia è stata premiata dai risultati che appaiono ai nostri occhi, illuminazioni idolatriche, icone fantastiche che irradiano luce metallica, muschi, licheni, fantasia, cultura. La rinascita della scultura informale e astratta riflette l’estasi del post-strutturalismo e la serietà e l’intensità emotiva delle opere di Racchi assegnano a questo artista un posto di primo piano nel mondo della scultura moderna. Il riferimento al reale non impedisce all’artista di esprimersi attraverso immagini che mascherano la realtà e lui interpreta alla perfezione lo spirito del tempo, dando una nuova identità a immagini note, creando dal niente dei “gioielli”. Il rigore che le opere di questo artista possiedono non è il rigore della ragione quanto invece quello dell’emozione. Mentre non c’è più nulla da scoprire nella figurazione, la figura astratta riesce ad emozionarci se non altro per il fatto che dobbiamo “sforzarci” a comprenderne il significato, che non è mai univoco, ma cambia da un individuo all’altro ed è addirittura in relazione con lo stato d’animo dell’osservatore stesso. Senza dubbio, nell’esecuzione delle sue scultura, racchi opera in conformità a determinate leggi: forma, superficie spazio e sensazioni appartengono inequivocabilmente all’artista, in una maniera che va oltre lo stile. Questi lavori determinano il periodo attuale, proprio perché si definiscono da soli, essendo questa la condizione dell’autonomia che la scultura e l’arte in genere hanno raggiunto. Eraldo Di Vita”
L’articolo Inaugurazione Mostra “Natura e Artificio” di Piero Racchi a Bubbio è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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