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Del 17 Agosto 2023 alle ore 07:20Terremoto elettorale in Argentina per la vittoria a sorpresa alle primarie di Javier Milei, candidato della destra radicale che ora ha ottime possibilità di vincere le presidenziali del 22 ottobre
di Veronique Viriglio

© ALEJANDRO PAGNI / AFP – Il candidato della destra radicale Javier Milei ha vinto le primarie

 
AGI – Terremoto elettorale in Argentina per la vittoria a sorpresa alle primarie di Javier Milei, candidato della destra radicale paragonato a Donald Trump e Jair Bolsonaro, che ora ha ottime possibilità di vincere le presidenziali del 22 ottobre
Ottenendo oltre il 30% dei voti, Milei, economista antisistema che si autodefinisce libertario, è riuscito a capitalizzare il voto di protesta, aggiudicandosi il miglior risultato alle primarie di ieri, tese a scegliere il candidato alle prossime presidenziali all’interno di ogni schieramento politico.
Per l’analista politico Facundo Cruz, del Centro di ricerca per la qualità democratica, il voto per Milei “ha incanalato il malcontento cittadino degli ultimi due governi, passato e presente”.
Milei, 52 anni, nativo di Buenos Aires, rappresenta i colori di La Libertad Avanza (La Libertà va avanti), un gruppo che mette insieme componenti più radicali della destra argentina.
Una vittoria inaspettata in quanto la stragrande maggioranza dei sondaggi dava all’eccentrico Milei circa il 20% delle intenzioni di voto, dieci punti dietro rispetto alle altre due coalizioni – il macrismo e il peronismo-kirchnerista – che sono state protagoniste della cosiddetta “spaccatura” interna negli ultimi 20 anni.
Milei ha vinto in importanti province con una tradizione di opposizione, come Cordoba e Santa Fe, il secondo e il terzo distretto più popolosi del Paese, ma anche nelle roccaforti peroniste sia nel Nord Tucumàn, Salta, La Rioja e San Juan sia a Santa Cruz in Patagonia, culla del kirchnerismo.
Attualmente deputato nazionale e strenuo difensore del libero mercato, ha allacciato un filo diretto soprattutto con i più giovani, con la promessa di porre fine al sistema politico tradizionale, che lui chiama con disprezzo “la casta”.
La sua proposta più nota è quella di ‘dollarizzare’ l’economia, mettendo fine al peso svalutato, per porre fine all’inflazione, oltre alla chiusura della Banca centrale, dei ministeri dell’Educazione, dello Sviluppo Sociale e alla privatizzazione dei servizi pubblici (incluse sanità e istruzione) e delle aziende statali.
Milei è nato in una famiglia umile – padre autista di autobus e madre casalinga – di origine italiana, che lo ha fatto crescere nel quartiere di Villa Devoto, dove ha completato gli studi secondari presso la Scuola Cardenal Copello. In seguito si è trasferito con la famiglia nella città di Sàenz Pena, nella provincia di Buenos Aires.
In un’intervista ha detto che, incuriosito dal crollo del tasso di cambio e dall’iperinflazione, decise di studiare economia all’età di 11 anni. Laureato in Economia presso l’Università di Belgrano, ha conseguito due master presso l’Istituto per lo Sviluppo Economico e Sociale (Ides) e l’Università Torcuato di Tella.
Nella tarda adolescenza, dal 1987 al 1989, è stato portiere dei Chacarita Juniors nelle divisioni inferiori, oltre ad aver cantato nella band Everest, in cui ha suonato soprattutto musica dei Rolling Stones.
Dopo essere stato capo economista presso diversi enti pubblici governativi nazionali e internazionali nonchè per il gruppo bancario Hsbc, è diventato membro del B20, il Gruppo di politica economica della Camera di Commercio Internazionale, e del Forum Economico Mondiale.
Specialista in crescita economica, per più di 21 anni è stato professore di diverse materie economiche nelle università argentine e all’estero, tra cui macroeconomia, economia della crescita, microeconomia e matematica per economisti, e ha pubblicato nove libri.
Nel suo curriculum ufficiale viene anche presentato come conduttore radiofonico e personalità di grande successo nel settore della comunicazione e dei media, in cui è molto influente.
È diventato noto in Argentina, in particolare tra i giovani, per il suo modo efficace di comunicare i suoi contenuti analitici, la sua teoria economica e il suo pensiero ideologico in radio, in tv nonchè su diversi canali YouTube, favorendo nuovamente la diffusione di idee liberali.
Per questo motivo molti considerano Milei il principale responsabile della rinascita del liberalismo nella politica e nell’opinione pubblica argentina.
Nel 2018 ha debuttato come attore nella sua opera teatrale “El consultorio de Milei”, con Claudio Rico e Diego Sucalesca. Nel 2019 la rivista Noticias lo ha nominato come una delle persone più influenti in Argentina, esprimendosi l’anno successivo a favore delle marce contro il governo del presidente argentino Alberto Fernàndez.
Durante la sua campagna per le primarie, ha suscitato polemiche dopo aver suggerito che avrebbe consentito la libera vendita di armi da fuoco e persino degli organi umani, oltre alle critiche per i suoi commenti misogini. Inoltre intende vietare la legalizzazione dell’aborto approvata nel 2020 ed è contrario alla sua depenalizzazione.
La vita personale di Milei è stata oggetto di molte speculazioni, in particolare il suo rapporto molto stretto con la sorella minore, Karina Milei, responsabile della campagna elettorale, e con i suoi cani – presentati da lui come “bambini a quattro zampe” – che ha ringraziato nel discorso post-vittoria.
Nella notte, per festeggiare, ha ballato un rock and roll con la sua famiglia, scegliendo il brano “Se viene”, uno dei grandi successi del rock argentino che alla fine degli anni Novanta divenne una sfida al governo neoliberista di Carlos Menem e fu una premonizione della crisi del corralito nel 2001.
“L’esplosione sta arrivando” dice il ritornello. L’intera sala lo ha cantato senza timore di contraddizioni: Milei guarda a Menem come esempio e la band, Bersuit Vergarabat, gli aveva vietato di usare la canzone, ma lui ha disobbedito, ancora una volta.

L’articolo Il “Trump argentino” che sfida Kirchner è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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