Del 16 Agosto 2023 alle ore 20:56 ilsimplicissimus
Forse qualcuno dei lettori ricorda il sergente Garcia, il nemico giurato di Zorro, che nonostante avesse la disponibilità di soldati e di lancieri forniti dal governatore spagnolo, finiva sempre per essere messo nel sacco dal ribelle Don Diego della Vega. Non mi soffermo sui particolari sociologici di un personaggio nato in California dopo la prima guerra mondiale che in sostanza prendeva in giro l’Europa ormai sconfitta dal Golem americano sotto mentite spoglie e dove la ribellione alle ingiustizie contro il popolo viene incarnata da un miliardario, ma anche questo fa brodo, perché a distanza di un secolo l’incarnazione dell’America non è più Zorro, personaggio ormai appannato e surclassato dai supereroi narcisi, ma proprio il sergente Garcia: grande, corpulento, dalla spropositata dimensione dell’epa (o così mi pareva ahimè quando ero bambino), tardo di mente, eticamente inconsapevole e ipocritamente ingenuo. Egli comanda i suoi numerosi soldati a piedi e a cavallo che si dedicano con diligenza all’oppressione del popolo con l’unico strumento a cui può arrivare ossia gli editti e le supposte regole che non diventano mai legalità, ma strumenti invece di abuso.
Egli insomma rappresenta alla perfezione la società americana di oggi dove appunto la legge o è ignorata, aggirata, deformata per i propri interessi o diventa pretesto per la costruzione di una società della disuguaglianza, mentre i ricchi che governano di fatto le società occidentali proiettano il modesto filmetto dell’inclusività, specie se parte dal bacino. Ma fino ad ora questo sergente Garcia, adiposo e membruto con i suoi soldati, era riuscito in qualche modo a dare l’idea di poter tenere in riga chiunque e anche se alla fine era troppo grossolano e stupido per vincere le guerre e men che meno per vincere la pace, sapeva come tenere sotto gli stivali e le popolazioni civili. Poi l’ha incontrato Zorro che- sorpresa – non abita più in California la quale ormai sta implodendo sotto il peso di una realtà stanca di narrazioni fasulle – ma in quel luogo ai confini tra Europa ed Asia che si chiama Russia. Il sergente Garcia non pensava che qualcuno avesse davvero il coraggio di sfidare la sua potenza espressa dalla circonferenza ventrale e invece ha preso un pugno sullo stomaco quando ha esagerato nel fare violenza all’Ucraina è adesso è ancora intontito dalla gragnuola di colpi che si è preso mentre si apprestava a godere di una vittoria che riteneva certa. Due bei calci in culo e uno strappo sui pantaloni a forma di Z lo hanno convinto che forse è finito il tempo in cui poteva fare il poliziotto del mondo, ma senza giudici e senza legge, così che di fatto era invece il teppista del mondo.
Ormai può spadroneggiare solo all’osteria dove c’è uno che suona il piano col pisello, ma appena esce fuori assieme ai suoi scherani più assurdi, ovvero gli europei degenerati, deve ricordarsi di non essere più quello che detta legge senza che nessuno reagisca. Certo fa ancora il bullo se può, ma sempre più gente comincia ad accorgersi che le spade hanno bel po’ di ruggine sul filo e che la polvere da sparo è spesso bagnata, che insomma ci vorrà un bel po’ di tempo prima di poter avere un’armeria all’altezza delle ambizioni o delle illusioni. Sempre che il sistema corruttivo del complesso militare e industriale venga in qualche modo messo in crisi e sempre che il sistema scolastico Usa riesca ad esprimere le opportune competenze, cosa per la quale ci vorranno decenni, Certo il sergente Garcia è stato rappresentato nella serie televisiva degli anni ’50 come simpatico nella sua burbanza, ma doveva in qualche modo corrispondere all’idea che gli americani sono simpatici anche quando sono sbirri e anche quando bastonano. Ma adesso tutto sembra frutto piuttosto di disordine mentale, confusione e improvvisazione. Mi sa che Zorro metterà una bella Z anche nello studio ovale.
L’articolo Il sergente Garcia è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.