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Del 15 Agosto 2023 alle ore 00:40Mentre i calici di San Lorenzo si levavano alti verso il cielo estivo delle stellate notti pugliesi, non più così afose, sul BURP venivano pubblicate le autorizzazioni per i nuovi impianti viticoli – campagna vitivinicola 2022/2023: 6573 autorizzazioni, per una richiesta totale di mq 334.507.815 di superficie, la superficie assegnata è per un totale di mq 9.241.848 (mediamente il 3%!).
In realtà alcune aziende hanno avuto un’assegnazione quasi pari alla richiesta, ad esempio ad una richiesta di 1.800 mq può corrispondere una assegnazione di 1.300 mq, mentre ad una richiesta di 200.000 mq può corrispondere sempre un’assegnazione di 1.300 mq, quindi ad una di 100.000 mq anche 1.825 mq, e così via.
Il provvedimento prevede, per le autorizzazioni concesse, una  validità di tre anni dalla data di pubblicazione nel BURP. In caso di mancato utilizzo dell’autorizzazione entro tale periodo, sono previste delle sanzioni. Tuttavia, i beneficiari ai quali siano state concesse autorizzazioni per superfici inferiori al 50% della loro richiesta, potranno rinunciarvi senza alcuna sanzione entro 30 giorni, quindi non oltre l’8 settembre prossimo, utilizzando le funzionalità delle applicazioni messe a disposizione da AGEA nel portale www.sian.it.
La situazione del settore vino, alquanto in crisi nel post Covid, è monitorata dal Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste MASAF, con il report Cantine Italia, redatto mensilmente dall’Ispettorato Centrale Qualità e Repressione Frodi del MASAF (ICQRF) sulla base dei dati contenuti nei registri telematici del vino, che, al 31 luglio 2023, sono in numero pari a 21.297. ICQRF stima che i dati contenuti siano relativi ad almeno il 95% del vino e dei mosti detenuti in Italia.
Rispetto al 31 luglio 2022 si osserva un incremento delle giacenze per i vini (+4,4%), un decremento per le giacenze dei mosti (-8,0%) e dei vini nuovi ancora in fermentazione VNAIF (-12,9%). I dati inducono a riflettere, considerando la prossima vendemmia che si prospetta alquanto scarsa. Rispetto al 30 giugno 2023 il dato delle giacenze si è ridotto per tutte le tipologie: vini (-8,1%), mosti (-16,2%) e VNAIF (-8,8%). Il 55,0% del vino è in giacenza nelle regioni del Nord, prevalentemente nel Veneto. Il 53,2% del vino è Di Origine Protetta DOP, il 26,6% a Indicazione Geografica Protetta IGP, i vini varietali costituiscono appena l’1,4% del totale. Il 18,8% è rappresentato da altri vini.
La Puglia ha la più alta giacenza di vini IGP, rispetto alle altre regioni, pari a 3.113.272 ettolitri su un totale a livello nazionale di 12.133.868 ettolitri, è seconda all’Emilia Romagna per gli altri vini con 1.227.242 ettolitri.
Riguardo alla quantità totale di vini la Puglia è seconda al Veneto con 5.332.764 ettolitri (il Veneto ne ha all’incirca il doppio) su un totale nazionale di 45.532.773 ettolitri. Considerando le province, troviamo, tra le prime 20, in ordine Brindisi, Taranto, Bari e Foggia.
Negli anni più recenti la crisi strutturale del settore vitivinicolo, anche pugliese, ha portato ad alcuni interventi, pertanto è di  un paio di settimane fa la pubblicazione di una delibera per fronteggiare tale situazione in Puglia. Si prevede di istituire un Osservatorio sul vino, con funzioni conoscitive e di monitoraggio costante del settore, in tutta la regione, con l’analisi delle dinamiche che lo caratterizzano, il tutto tramite la consultazione e il coinvolgimento di diverse competenze e professionalità, quindi di Istituzioni, Enti, soggetti pubblici e privati del settore.
Inoltre nella delibera si è previsto, a partire dalla prima campagna vitivinicola utile, di intervenire per la riduzione delle rese di uva per ettaro per alcuni vitigni (o per i relativi sinonimi).
Per i Vini ad indicazione geografica tipica “Puglia”, “Salento”, “Tarantino”, “Valle D’Itria”, “Daunia”, “Murgia”, per la tipologia “rossi”, è stato previsto che, se con la specificazione del vitigno “Primitivo”, la produzione massima di uva per ettaro di vigneto in coltura specializzata, nell’ambito aziendale, non deve essere superiore a 12t/ha; quindi se con la specificazione del vitigno “Negroamaro” non deve superare le 15t/ha, anche per la “Malvasia nera” non più di 15t/ha, non oltre le 13t/ha per il vitigno “Susamaniello”, per il vitigno “Nero di Troia” non più di 16t/ha, infine, se senza indicazione varietale, la produzione massima non deve essere superiore a 19t/ha.
Un intreccio di provvedimenti che si aggiungono a quelli già in essere, e dai quali si auspica un vino di buona qualità in Puglia, con la contestuale difesa dei redditi nel settore.L’articolo Vino per San Lorenzo e oltre è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.

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