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Del 5 Agosto 2023 alle ore 12:31
 ilsimplicissimus

L’ultima volta che un abitante delle isole britanniche britannico ha detto qualcosa di intelligente ed i interessante è stato probabilmente con Oscar Wilde: dopo di lui il diluvio della banalità inglese non ha avuto soste in quella lingua di suono adenoidea. E tuttavia bisogna riconoscere che hanno acquisito una faccia tosta invidiabile nel dire con sussiego e con l’aria di chi rivela misteri insondabili, cose di cui lo scemo del villaggio si vergognerebbe.
E  siccome i mezzi d comunicazione di massa le riferiscono vuol dire – secondo le leggi del mercato – che qualcuno ci crede e le “compra” senza mettersi a ridere sonoramente come al contrario dovrebbe fare. Una risata non ci salverà da nulla se non riesce nemmeno ad essere innescata dalle idiozie più assurde e dalle idee più bislacche. Ma mi sto dilungando: sappiate che il ministero della Difesa britannico ha pubblicato un briefing quotidiano sulla situazione in Ucraina, concentrandosi sull’impossibilità per le forze armate di Kiev di lanciare un’offensiva. E per quale ragione? Il rapporto dice: “La rinnovata vegetazione sui campi di battaglia dell’Ucraina meridionale è probabilmente una delle ragioni del rallentamento generale delle ostilità in questa zona. La maggior parte dei terreni utilizzati per la coltivazione nella zona di guerra è rimasta incolta per 18 mesi, il che ha portato a un aumento della crescita di erbe infestanti e arbusti in condizioni estive calde e umide.”
Insomma avete capito:  ciò che ha fermato le armi magiche della Nato messe in campo come se fossero garanzia di immancabile vittoria finale,  sono i cespugli  e questa galattica stronzata, questa assurda analisi  della catastrofe cui è andata incontro la controffensiva ucraina, viene fornita senza nemmeno un filo di autoironia. Ci chiedevamo ma quali armi potranno mai fermare i formidabili Leopard o Bradley senza sapere che qualche cespuglio basta a metterli in crisi. Non a caso in Afghanistan e in medio oriente le truppe occidentali non dovevano sormontare questo gigantesco problema delle erbacce.
Tuttavia si capisce molto bene come la disperazione e soprattutto il disorientamento di assistere a una sconfitta laddove si riteneva certa una vittoria, possano produrre un corto circuito cognitivo per cui ci si aggrappa a qualsiasi cosa, anche la più assurda pur di attribuire  a qualcosa il fallimento e allontanare da sé la responsabilità del disastro. In questo caso poi non si lascia nulla di intentato perché una vittoria russa significherebbe il crollo di tutto il castello di carte fabbricato dal neoliberismo: in questa costruzione così la Russia non può vincere e  l’Ucraina non può perdere: si ciò accade è per un fattore marginale del quale non si era tenuto conto. Così questa notizia che potrebbe apparire come un divertente siparietto, diventa aneddoto della paralisi cognitiva occidentale.  

In realtà leggendo tutta la pubblicistica anglosassone, persino quella più critica si nota la irresistibile tendenza a dar credito alle cose voci più assurde e alle narrative dei servizi anche  se poi subentra la ragione. La stessa idea che gli ucraini i quali  all’inizio della guerra disponevano di 1500 carri armati, sia pure piuttosto anzianotti, avrebbero potuto facilmente sfondare le linee difensive russe con qualche carro armato occidentale (che secondo alcuni soldati ucraini sono pure peggio di quelli che avevano)  rasentava una sorta di credenza religiosa.
Nella prima parte del conflitto i russi, nonostante fossero in notevole inferiorità  numerica, avevano preso numerose piazzeforti ucraine difese strenuamente: quale malattia del pensiero, poteva far credere che adesso protetti  dietro un  complesso sistema difensivo e per giunta rimpolpati  da consistenti rinforzi i russi  avrebbero potuto cedere alla pressione ucraina?  Tutto questo non ha nulla a che vedere con considerazioni militari, ma piuttosto con il pensiero magico teso ad  escludere la possibilità di una sconfitta. Più banalmente non si cercava una vittoria, ma qualcosa da spacciare come tale esattamente come certi sospetti miracoli. Un avanzamento di dieci chilometri all’interno di un sistema difensivo profondo 30 chilometri avrebbe potuto essere venduto come la dimostrazione che l’Ucraina può sconfiggere la Russia.
E adesso siamo al ridicolo dei cespugli una cosa talmente stupida  che sembra di sentire il rumore mentre si gratta il fondo del barile. E gli sceneggiatori alla fine sono sempre gli stessi, quelli delle pandemia, quelli del riscaldamento antropico, quelli delle emergenze fasulle, ovvero i negazionisti della ragione  che non sanno davvero cosa dire quando arrivano quelle vere che non avevano né preparato né previsto.

L’articolo I cespugli e gli imbecilli di Sua Maestà è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.

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