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Del 4 Agosto 2023 alle ore 11:46Un venditore ambulante che si arruolò volontario nel 1935 durante Guerra d’Africa, quindi divenne un temuto funzionario della polizia fascista nella RSI, finendo per essere fucilato dopo la guerra.
Renato Tartarotti: un nome che ha lasciato un’orribile scia di terrore e violenza nel periodo della Repubblica Sociale Italiana. Dalla sua nascita a Mantova il 26 gennaio 1916, alla sua esecuzione a Bologna il 2 ottobre 1945, la sua storia è stata segnata da una rapida ascesa all’interno della polizia della RSI, culminata con il comando della temuta Compagnia Autonoma Speciale.
Tartarotti, dopo aver abbandonato presto la scuola, si dedicò al mestiere di venditore ambulante di frutta. Tuttavia, fu la sua carriera militare a segnare un drastico cambiamento nella sua vita. Nel 1934, a soli 18 anni, si arruolò come fante e fu presto promosso al grado di sergente. Nel 1935, si arruolò come volontario nella divisione Granatieri-mitraglieri “Savoia” e partecipò ad azioni belliche nell’Africa Orientale Italiana.
Dopo l’armistizio nel settembre 1943, Tartarotti tornò a Bologna e si iscrisse al neonato Partito Fascista Repubblicano. Da lì in poi, la sua carriera nella polizia della RSI decollò rapidamente. Il questore Tebaldi lo nominò sua guardia del corpo e uomo di fiducia, e in seguito gli affidò il comando della C.A.S., una delle principali squadre autonome attive durante il periodo della RSI.
La C.A.S. divenne sinonimo di violenze e atrocità. Tartarotti e i suoi uomini seminarono il terrore tra la popolazione, reprimendo brutalmente la lotta partigiana. Rapine, requisizioni, estorsioni, arresti seguiti da interrogatori e torture estreme erano all’ordine del giorno. La piazza Nettuno a Bologna divenne tristemente nota come “luogo di ristoro” per le frequenti fucilazioni avvenute.
Tartarotti era un uomo crudele e senza scrupoli, che infliggeva torture spaventose agli arrestati e persino ai suoi stessi agenti ribelli. Il suo coinvolgimento in diversi omicidi di prigionieri politici contribuì alla sua rapida promozione all’interno della polizia ausiliaria. Inoltre, guidò numerose esecuzioni sommarie secondo la politica di vendetta “dieci per uno” suggerita da Alessandro Pavolini.
Tuttavia, la sua ascesa al potere fu anche determinata dalla protezione di Tebaldi, il questore di Bologna. Tebaldi era suo superiore diretto e responsabile delle sue azioni. Nonostante il suo coinvolgimento nei crimini di Tartarotti, dopo la guerra, Tebaldi riuscì a sfuggire alla giustizia e fu persino lodato per la sua supposta collaborazione con il movimento partigiano.
La fortuna di Tartarotti cambiò nel 1945, quando fu arrestato a seguito di una denuncia riguardante la gestione finanziaria della C.A.S. Dopo il suo arresto, la sua condanna a morte fu inevitabile. Il processo si svolse rapidamente, e il 3 luglio 1945 fu condannato a morte mediante fucilazione alla schiena. L’unica esecuzione ufficiale del dopoguerra a Bologna fu la sua, che si consumò il 2 ottobre 1945.
La storia di Renato Tartarotti è un triste esempio dell’abuso di potere e della violenza perpetrata durante il periodo della RSI. Il suo ruolo come comandante della C.A.S. e le sue azioni spietate hanno segnato indelebilmente la memoria storica di Bologna e di tutta Italia. La sua esecuzione segnò la fine della sua parabola criminale, ma anche la fine di un periodo oscuro della storia italiana.
Biblografia e sitografia

Bergonzini La svastica a Bologna.Settembre 1943-aprile 1945. Edizioni Il Mulino 1998
Manchia La Compagnia autonoma speciale e il suo capitano Renato Tartarotti. Analisi delle carte processuali della Corte d’assise straordinaria di Bologna su http://www.percorsistorici.it/
Vita, crimini, condanna del famigerato ‘capitano’ Tartarotti : *fotocronaca completa del processo Tartarotti…STEB ediz. Bo 1945- Biblioteca digitale Istituto Parri.

http://www.storiaememoriadibologna.it/files/vecchio_archivio/
Archivio di Stato di Bologna, fascicolo Tartarotti, Tebaldi e gli altri
Tartarotti Renato – Storia e Memoria di Bologna

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 L’articolo Dalla strada al terrore: Renato Tartarotti è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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