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I numeri del gioco d’azzardo intesi sia come entrate, sia come giocatori sono in crescita costante ormai dal 2011. Il fenomeno ha ora preso piede anche in Africa, Medio Oriente e Sud America, ma resta ovviamente l’Europa il fulcro del business, con Malta “capitale” del gioco d’azzardo ormai indiscussa. Tante sono le compagnie con sede a Malta che stanno facendo registrare incassi milionari in Italia.
Perché Malta è un nodo cruciale per il gambling
Gambling o betting, non importa, se si vuole costituire un’azienda fiorente nel settore del gioco d’azzardo online allora è l’isola di Malta il posto adatto. I vari perché sono da ricercare in una forte volontà da parte del governo maltese negli anni di diventare un polo di attrazione per gli investimenti del settore.
Sono dunque svariate le motivazioni per cui a Malta società del calibro di Betsson, NetEnt, e Betway hanno la propria sede, pur operando in altri paesi. La motivazione principale viene da una di legge recente, firmata da George Vella, ed estremamente dibattuto sull’isola. Il motivo della discussione è stato il disegno di legge numero 55 poi convertito in legge il 16 giugno 2023 che vieta qualsiasi azione legale intrapresa da governi di altre nazioni contro le aziende che hanno sede legale a Malta.

 
Il vero motivo di discordia e di interpretazione, ma che a quanto pare dà ragione a Malta, è il tipo di licenza che gli operatori conseguono sull’isola, che permetterebbe loro di operare liberamente fuori dai confini maltesi, a condizione che i giocatori accettino di intrattenersi su un sito gestito dall’autorità maltese sul gambling.
Ma quello della legge del 16 giugno 2023, che segna comunque una pietra miliare nel business in Europa, è soltanto la punta dell’iceberg di una struttura che agevola e non poco le aziende che intendono “aprire bottega” a Malta.
Difatti la prima legge in materia risale al 2004, proposta e firmata da Lawrence Gonzi, che prevedeva l’istituzione di ben quattro tipi di licenze gestite e concesse da Malta Gaming Authority. I requisiti e i paletti imposti per ricevere queste concessioni sono estremamente meno severi di quelli imposti dal governo italiano. C’è anche l’aspetto della tassazione a Malta che crea un vantaggio competitivo non da poco per le aziende che lì si installano.
Basta pensare che aprire un’azienda a Malta permette di usufruire del rimborso fiscale dei sei/settimi dell’intera imposta a condizione che i dividendi siano distribuiti con un azionista straniero, o a un’azienda residente. C’è poi il discorso della doppia imposizione che si abbatte spesso su investitori e imprenditori ativi in più paesi. Malta ha firmato oltre 70 convenzioni a riguardo, e dunque può trattarsi di una via preferenziale per tante aziende medio o piccole che pensano in grande.
Fra i tanti elementi di vantaggio su suolo maltese c’è infine anche la “remittance basis”, ma in cosa consiste? Questo tipo di misura è dedicata a quelle società che vengono amministrate a Malta, ma che sono state costituite fuori dal territorio maltese e permette di essere tassati soltanto alla fonte.
Ma forse la caratteristica che maggiormente ha da sempre permesso a Malta di essere la “regina” del gambling in Europa sbaragliando la concorrenza di Isola di Man, Gibilterra e UK, è sicuramente l’aliquota aziendale effettiva che fa registrare il 5%, la più bassa in assoluto in Europa per distacco.
Una struttura del genere, pronta ad accogliere ogni eventuale necessità da parte delle aziende nuove e già consolidate, ha permesso a Malta di diventare il punto di riferimento del gioco d’azzardo in Europa, e chissà di fare da apripista per altre nazioni come l’Italia che si trovano palesemente indietro sull’argomento. Del resto l’isola offre anche aree marine protette, monumenti storici di alto valore, una night life degna di una capitale europea, e anche voli diretti per diverse destinazioni. Se si vuole studiare come poter diventare “hub” del comparto del gioco d’azzardo, bisognerebbe “andare a lezione” dal governo maltese, che da inizio 2000 ha posto le basi per far sì che il gambling rappresentasse oltre il 10% del PIL nazionale.

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