Del 2 Agosto 2023 alle ore 04:44Il ministro: “Inaccettabile la narrativa sul definanziamento”. E assicura: “Entro il 2030 avremo tutti i 35 miliardi previsti”. Schlein: “Il governo ci ha messo 10 mesi per tagliare 16 miliardi”. Il servizio studi della Camera: “mancano coperture”
di Andrea Managò
© Francesco Fotia / AGF – Raffaele Fitto
AGI – Le comunicazioni del ministro Raffaele Fitto alla Camera riaprono lo scontro tra maggioranza e opposizioni sulla proposta di modifica del Pnrr presentata dal governo di Giorgia Meloni, che venerdì scorso ha ottenuto il via libera da parte della Commissione Ue.
Roma ha chiesto a Bruxelles la rimodulazione di 15,9 miliardi di euro del Pnrr. Il programma di revisione presentato dall’esecutivo prevede cambi formali, riprogrammazione delle risorse e soprattutto il definanziamento di una serie di misure – ritenute non realizzabili entro il termine ultimo del piano nel giugno 2026 – da mettere in campo, comunque, ma con altre fonti di finanziamento da reperire tra il piano nazionale complementare al Pnrr e i fondi delle politiche di coesione.
L’ultimo punto divide gli schieramenti, con la maggioranza che assicura non verrà persa alcuna risorsa e le opposizioni che invece contestano le scelte di definanziamento di progetti sul rischio idrogeologico e la riqualificazione delle periferie urbane difficili.
Anche l’ufficio studi della Camera invita il governo a fare chiarezza su come finanziare i progetti espunti dal piano. La proposta di rimodulazione, si legge in un dossier pubblicato nella giornata di lunedì, “non specifica quali saranno gli strumenti e le modalità attraverso i quali sarà mutata la fonte di finanziamento delle risorse definanziate dal Pnrr”.
Il testo specifica: “La determinazione di tali strumenti e modalità appare opportuna soprattutto con riguardo ai progetti che si trovano in stadio più avanzato, in ragione dei rischi di rallentamenti o incertezze attuative che potrebbero conseguire al mutamento del regime giuridico e finanziario e del sistema di rendicontazione cui tali misure sarebbero sottoposte”.
Fitto: “Gli interventi del Pnrr vanno avanti regolarmente”
Nel corso del dibattito il ministro Fitto rassicura: “La quarta rata passera’ da 16 miliardi di euro a 16,5 con il recupero delle risorse di un obiettivo, quello delle residenze universitarie, spostato alla quarta. Si avvia una fase che concludera’ il suo iter entro il 2023 e consentira’ di ricevere 35 miliardi, ovvero l’intera somma prevista”.
Il titolare della delega sul Pnrr si rivolge a chi ha paventato scenari “catastrofici” e ai sindaci: “Gli interventi del Pnrr vanno avanti regolarmente“. E chiosa: “Non stiamo dicendo che revochiamo il finanziamento, non solo saremmo degli irresponsabili ma non avremmo capito nulla di quello di cui stiamo parlando. È bene fare chiarezza”.
Fitto si dice più volte “dispiaciuto e deluso” per le polemiche delle ultime settimane su alcuni punti qualificanti del piano: dai fondi per gli asili nido a quelli sul riutilizzo dei beni confiscati alla mafia (definita una contestazione “strumentale”) e sulle residenze per gli studenti universitari.
Sugli asili, argomenta il ministro, “abbiamo lavorato per individuare delle soluzioni e modificare gli obiettivi intermedi“. Il governo “ha individuato 900 milioni aggiuntivi per allestire un nuovo bando, altro che tagli”.
E ancora, rivolto alle opposizioni: “Non ho ascoltato una sola critica di merito rispetto alle questioni poste, se non ‘volete definanziare’ i progetti sul dissesto idrogeologico: questo è falso”. Le risorse reindirizzate ad altre voci finanzieranno soprattutto il programma REPowerEU, il capitolo aggiunto dopo la lievitazione del prezzo dell’energia a seguito del conflitto in corso in Ucraina. Tra le misure introdotte spicca l’Ecobonus da 4 miliardi di euro.
Fitto specifica: “Lo immaginiamo non solo per le famiglie meno abbienti, che sono la priorità, anche per i giovani e i condomini. Non ci saranno soldi a pioggia, come fatto in precedenza con gravi rischi per le casse statali, ma risorse mirate a chi necessita realmente un sostegno”.
Opposizioni all’attacco
Le opposizioni però incalzano il governo sulla gestione e la sostanza delle modifiche apportate al Recovery. La segretaria Pd Elly Schlein attacca: “Il Parlamento è stato esautorato, non basta una comunicazione d’ufficio come quella di oggi, ma come previsto una discussione e un voto preventivo della Camera. Ci avete messo 10 mesi per decidere la cancellazione di progetti per 16 miliardi“.
Poi la leader dem apre al confronto: “Se volete condurre in porto il Pnrr noi ci siamo, tifiamo per l’Italia e vogliamo metterci alla stanga. Ora mettetevi in ascolto dei sindaci, delle opposizioni, lavoriamo insieme per non perdere questa occasione storica”.
Mentre la deputata M5s Chiara Appendino aggiunge: “Fatevi aiutare, noi siamo disponibili a sederci a un tavolo. Ma niente, nessuna risposta, il nulla”. Quindi chiosa: “Il timore piuttosto fondato è che siete incapaci di realizzare il Pnrr e state buttando al vento la più grande occasione di sviluppo e rilancio del nostro Paese”.
Dopo il dibattito la Camera approva la risoluzione della maggioranza, che chiede un “pieno coinvolgimento del Parlamento”, sulle comunicazioni del ministro Fitto sul Pnrr. Sono state respinte invece (con votazioni per parti separate di alcuni dispositivi) le risoluzioni presentate dalle forze di opposizione. Nel pomeriggio la replica delle comunicazioni al Senato.
L’articolo Fitto ai sindaci sul Pnrr: “Nessun taglio, gli interventi vanno avanti” è già apparso su Il Corriere Nazionale.