Del 24 Luglio 2023 alle ore 14:17“Cento domande sulla sessualità”rubrica ideata e curata dal dott. Umberto Palazzo e dalla giornalista Daniela Piesco
La società araba in epoca preislamica (giahiliya) definita anche “età dell’ignoranza” aveva una tradizione nei rapporti uomo donna completamente diversa da quella che poi nascerà con la proclamazione dell’Islam da parte del profeta Muhàmmad (italianizzato in Maometto). In questo periodo storico le donne potevano mostrarsi senza problemi indossando anche abiti trasparenti e i rapporti tra i due sessi abbastanza liberi.
Il Profeta riuscì a imporsi sia come condottiero che come statista definendo l’Islàm (dall’ arabo din wa dawla ) come nuova religione nuovo Stato. La vittoria dell’Islam non è solo la conversione a una sola divinità maschile ma rappresenta il momento storico in cui tutto il genere maschile sottomette irreparabilmente quello femminile.
Da allora la separazione dei sessi diventa obbligatoria e la sessualità della donna sottoposta a una vigilanza rigorosa e confinata esclusivamente nel matrimonio. Situazione ben sottolineata dal detto popolare: Quando un uomo e una donna sono soli, in loro compagnia c’è il diavolo.
A Medina il Profeta lasciava entrare chiunque in casa, le sue mogli erano giovani e belle e qualcuno gli disse che erano oggetti di sguardi lascivi , turbato il profeta comunicò ai credenti il versetto: Non entrate negli appartamenti del Profeta senza permesso …e quando domandate un oggetto alle spose fatelo dietro una tenda …(Cor. XXXIII,33)
Successivamente il Profeta si rivolge alle credenti: Che abbassino gli sguardi e custodiscano le loro vergogne …e si coprano il seno d’un velo …(Cor.XXIV , 31)
Essere musulmano significa controllare il proprio sguardo e saper sottrarre la propria intimità allo sguardo altrui, è lecito che moglie e marito si guardino reciprocamente tutto il corpo ad eccezione delle parti genitali.
Il commento giornalistico
L’obbligo di indossare il velo in pubblico ha dato luogo nell’ultimo periodo a numerose proteste a livello nazionale, in particolare dopo la morte della 22enne Mahsa Amini in seguito al suo arresto per una “presunta” violazione del codice di abbigliamento. La donna è morta mentre si trovava in custodia cautelare.
Dall’inizio delle proteste infatti molte donne hanno deciso di togliere il velo per sfidare le autorità iraniane.
Tuttavia, in Europa invece sussiste la scelta da parte di alcune donne di portare il velo e tale scelta è orientata a contestare proprio il mancato riconoscimento della dignità all’Islam da parte dell’Europa stessa.
In particolare in Francia, nel Regno Unito e in Germania dove c’è la più alta percentuale di musulmani, la pratica del velo è diventata oggetto di discussioni giuridiche in quanto tale indumento viene considerato come l’emblema dell’estremismo islamico contrario ai valori democratici e liberali.
Certamente ci sono donne nell’Islam che sono obbligate ad indossare il velo dal padre, dal marito, dalla famiglia o dalla comunità in cui vivono, ma ci sono anche donne che liberamente scelgono di farlo o donne che ritengono conveniente indossarlo perché solo in questo modo possono avere una relazione con il mondo esterno alla famiglia ed è per questo che si parla di ʻdiritto al veloʼ.
Pertanto mi chiedo è giusto affermare che questo tipo di indumento, culturalmente accettato ovunque dalle società musulmane, è realmente contrario allo spirito del femminismo?
Perché indossare il velo dovrebbe essere oppressivo e invece indossare una minigonna liberatorio?
E’ vero che per la maggioranza il velo costituisce una restrizione della femminilità e una limitazione della libertà, ma per altre portare il velo è una scelta e non costituisce nessun problema perché non vedono in tale indumento alcuna privazione, esso per loro non inficia la loro eleganza o femminilità e la loro identità. Il punto della spiegazione dunque sta nelle diverse supposizioni che vengono fatte dalle parti sulle donne coinvolte e sulla loro capacità di compiere delle scelte.
Il Corano infatti non impone l’uso del velo.L’articolo Perché la donna dell’Islam porta il velo? è già apparso su Il Corriere Nazionale.