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Del 23 Luglio 2023 alle ore 15:59“E continuiamo a pregare per la pace, in modo speciale per la cara Ucraina, che continua a subire morte e distruzione, come purtroppo è accaduto anche questa notte a Odessa”. Parole di papa Francesco. Sembra in possibile come nonostante la storia e l’esperienza che ognuno ha nella vita, i cristiani si ostinino a credere che insistendo nella preghiera, si possa indurre Dio ad intervenire nelle misere vicende umane.
E sembra impossibile come gli uomini della Chiesa non facciano nulla per far capire ai fedeli il senso della preghiera, che non è quello di ottenere qualcosa da Dio insistendo nella richiesta. Scrivevo anni fa sul blog “Come Gesù” di don Mauro Leonardi: “E’ perfettamente inutile pregare Dio affinché si muova, agisca, per darci ciò che gli chiediamo, secondo il bel criterio: con più forza, insistenza e intensità preghiamo e maggiori sono le probabilità che il Signore si decida a far guarire questo o quello, a farci trovare il parcheggio, a farci superare gli esami, a non far piovere visto che siamo senza ombrello proprio oggi mannaggia, a non farci smagliare le calze (me lo riferì una signora qui). Secondo il bel criterio: vince chi prega di più e più intensamente (la forza della preghiera!). E’ la maniera di pensare di chi ha una fede bambina, superstiziosa, puerile, non matura”.
Ma secondo voi, se Dio volesse o potesse intervenire nelle vicende umane, ci sarebbe bisogno delle preghiere del papa e di milioni di fedeli, oppure basterebbe il lamento di un bambino che soffre indicibilmente a causa di un tumore? Per portare la pace in Ucraina, ci sarebbe bisogno delle preghiere di milioni di fedeli, oppure sarebbe sufficiente il pianto di un bambino terrorizzato dalle bombe?
Renato PierriL’articolo “E continuiamo a pregare… per la cara Ucraina”… “E continuiamo a pregare… per la cara Ucraina”… è già apparso su Il Corriere Nazionale.

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