Del 19 Luglio 2023 alle ore 08:00Una figura passionale e testarda che lottò per la giustizia sociale, ma fu ostracizzato dal mondo cattolico: Livio Labor, conosciuto come “Il Presidente”, una figura che ha lasciato un’impronta indelebile nella politica, nel giornalismo e nel sindacato italiano. Nato a Leopoli il 1º luglio 1918 e scomparso a Roma il 9 aprile 1999, Labor è stato una personalità autorevole e controversa, amata e criticata allo stesso tempo.
Livio Labor, noto come “Il Presidente”, è stato una figura autorevole e controversa nella politica, nel giornalismo e nel sindacato italiano. Nato a Leopoli il 1º luglio 1918, Labor proveniva da una famiglia eterogenea, figlio di un padre ebreo convertitosi al cattolicesimo. Fin da giovane, si distinse per il suo carattere appassionato, testardo e ambizioso, mostrandosi poco incline al compromesso. Il suo progetto politico, sociale e formativo attirava sia sostenitori appassionati che avversari convinti.
La militanza di Labor nelle ACLI era guidata da una spinta religiosa e dalla convinzione che fosse necessario creare una forza sociale di ispirazione cristiana per combattere l’ingiustizia e il degrado del lavoratore. Egli si schierava sempre dalla parte dei deboli e odiava l’ingiustizia, andando controcorrente rispetto a un mondo omologato e corrotto.
Durante gli anni Sessanta, caratterizzati da trasformazioni sociali, politiche e religiose, Labor divenne una figura chiave. Sostenitore del Concilio Vaticano II, si impegnò per creare una nuova sinistra che unisse cattolici, socialisti e comunisti riformatori. Tuttavia, la sua visione si rivelò utopica e avventata, generando scalpore e polemiche. Molti furono perplessi, sia i clericali che i marxisti non si fidavano delle sue intenzioni.
La rottura di Labor con la Democrazia Cristiana e la sua “scelta socialista” delle ACLI contribuirono a renderlo una figura discussa ed emarginata nel mondo cattolico. Nonostante un breve periodo da senatore socialista, la sua attività pubblica intensa si concluse. Tuttavia, continuò ad essere coinvolto nel settore formativo e nella difesa dei diritti degli anziani, dimostrando il suo temperamento irrequieto e la sua incapacità di stare con le mani in mano.
Nonostante non esista ancora una biografia completa su Livio Labor, la sua storia rappresenta un importante capitolo della storia sociale, politica e religiosa del XX secolo. La sua figura incarna un credente laico devoto alla Chiesa e al Vangelo, che non chiedeva mai il permesso degli altri per le sue scelte opinabili nella vita sociale e politica, ma si faceva portatore di una rivoluzione ancora irrisolta. Molti lo definirebbero un rivoluzionario indefesso o uno sfortunato che non ha mai smesso di lottare.
Livio Labor, con la sua personalità forte e la sua determinazione nel combattere per la giustizia sociale, rimarrà un personaggio controverso e discusso nella storia italiana. La sua eredità spinge a riflettere sul ruolo dei laici nella società e sulla necessità di sfidare le convenzioni per perseguire un autentico cambiamento. Nella sua personale visione del cattolicesimo, Labor ha vissuto una vita eclettica e affascinante. Il suo carattere passionale, testardo e ambizioso ha contribuito a creare un’aura di controversia intorno a lui. Era un uomo di parte e il suo progetto politico, sociale e formativo attraeva sia sostenitori appassionati che avversari convinti. La sua militanza nelle ACLI era guidata da una spinta religiosa e dalla ferma convinzione di creare una forza sociale di ispirazione cristiana per combattere le ingiustizie e riscattare i lavoratori oppressi.
L’articolo Livio Labor: l’uomo che osò sfidare le convenzioni è già apparso su Il Corriere Nazionale.