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Editoriale
di Antonio Peragine*
In questi giorni polemiche infuocate. Politici e giornalisti di sinistra accusano il governo e le destre di avere ripristinato gli odiosi vitalizi degli ex parlamentari. Gli accusati ribattono con veemenza che il ripristino è stato deciso proprio dalle sinistre.
Abbiamo voluto vederci chiaro. Siamo andati a vedere le carte e le abbiamo lette coi nostri occhi. Abbiamo fatto una scoperta incredibile. Una scoperta che fa piazza pulita di una montagna di menzogne diffuse in questi anni dai media e dalla politica. Ora ci spieghiamo.
Abbiamo cominciato con la lettura dell’atto che, a quanto è stato detto, avrebbe in quesi giorni ripristinato i vitalizi: la sentenza n. 272 del 5 luglio 2023 pronunciata dal Consiglio di garanzia del Senato.
Chiariamo subito che detto Consiglio, non è per niente un organo politico che decide a maggioranza. È invece un vero e proprio Tribunale, istituito dal Regolamento per giudicare su vari tipi di cause tra le quali questa, promossa dagli ex Senatori contro l’Amministrazione del Senato.
Ecco le ragioni della causa. il Consiglio di presidenza del Senato con la Delibera n. 6 del 16 ottobre 2018 aveva disposto che i vitalizi già maturati dai senatori cessati dal mandato prima del 2012 fossero ricalcolati col metodo contributivo.
Rammentiamo detta Delibera è “gemella” – identica nel contenuto e nella forma – della Delibera n.14 del 12 luglio 2018 precedentemente adottata dall’Ufficio di Presidenza della Camera. Questa delibera era stata subito denominata come Delibera Fico dal nome del Presidente della Camera On. Roberto Fico; che aveva perciò pieno titolo per assumerne ufficialmente la paternità
La data del 12 luglio 2018, come tutti ricorderanno, era destinata a diventare “storica”. Il M5s, fresco della vittoria elettorale di marzo col 33% dei voti, affermava con grande enfasi che con la delibera Fico si dava inizio a una nuova era della storia d’Italia. (Il 12 luglio avrebbe potuto anche diventare Festa nazionale in concorrenza col 14 luglio della Francia) Sul web si reperiscono ancora le immagini della celebrazione del trionfo con bandiere e palloncini gialli dei parlamentari grillini davanti a Montecitorio.
https://www.today.it/foto/politica/vitalizi-5-stelle-festa/#vitalizi-5-stelle-2.html
Indimenticabili le roboanti dichiarazioni del predetto Padre ufficiale, del Capo politico del M5s On. Luigi di Maio (dov’è ora?), e degli altri gerarchi del M5s di cui non faremo qui il nome per brevità in quanto non meritano la nostra considerazione.
Ma la data, oggi lo sappiamo, non è diventata storica. Il motivo è presto detto. In Italia è vigente, benché gravemente ferita dalla demagogia, una Costituzione che detta norme precise e inderogabili per la formazione delle leggi, dei provvedimenti amministrativi, e anche per le Delibere delle amministrazioni delle Camere.

Proprio contando su queste norme ex deputati e ex senatori ricorsero ai Tribunali interni di Camera e Senato chiedendo ai Giudici di annullare le delibere che tagliavano i vitalizi.
La causa avanti ai Tribunali interni ebbe velocità diverse.
Il Tribunale del Senato in primo grado, detto “Commissione contenziosa”, dopo una serie di rinvii causati dall’ostruzionismo del M5s, il 5 ottobre 2020 pronunciò una sentenza chiara e ineccepibilmente motivata. La sentenza n. 660 che dispose l’annullamento della sopra citata Delibera n. 6/18 perché in contrasto insanabile con le norme della Costituzione. Ne citiamo solo un passo.
“La delibera viola il principio dell’affidamento e il principio di ragionevolezza laddove determina sensibili riduzioni dei vitalizi negli importi di minore entità mentre rimane senza effetto per quelli di importo massimo… e in questo modo incide, talora accentuatamente, sulla qualità della vita dei percettori di vitalizi di minore consistenza, con l’effetto sul piano giuridico, di intaccare principi costituzionali posti a garanzia della dignità della persona umana, dell’eguaglianza non solo formale ma anche sostanziale, della solidarietà”
I populisti sostenitori del taglio ottennero che l’Amministrazione del Senato proponesse appello al Consiglio di garanzia, il Tribunale di secondo grado.
Il lavoro di questo tribunale fu, come era prevedibile condizionato pesantemente dalla prepotenza grillina che nella XVIII legislatura ha sempre goduto della maggioranza relativa in parlamento ed è sempre stata sostenuta dai grandi media.
Dopo dieci mesi dall’inizio della XIX legislatura il Consiglio di Garanzia, rimasto prorogato a norma di Regolamento, ha deciso confermando la sentenza di primo grado. Quindi annullando la delibera che tagliava i vitalizi. Al Senato quindi i ricorrenti hanno vinto la causa in entrambi i gradi di giudizio:
Quanto alla causa proposta avanti al Tribunale interno della Camera, denominato “Consiglio di Giurisdizione,  diremo soltanto che esso è riuscito soltanto a pronunciare alcune sentenze “parziali” e non definitive del giudizio.
L’ultima di queste, la n. 4 del 14 dicembre 2021 è però molto interessante. Anch’essa dichiara illegittima la Delibera Fico e dispone che il ricalcolo del vitalizio venga effettuato non in riferimento non all’età anagrafica dei percettori, ma in riferimento alla data di entrata in vigore degli effetti: dal 1 gennaio 2019.
Questo nuovo criterio di ricalcolo, come chiunque potrà verificare, comporta di per se stesso una conseguenza incredibile: l’importo dei vitalizi è restituito al 100 per 100 alla quasi totalità degli aventi diritto. In conclusione è come se la delibera Fico, gloria e vanto del M5s non fosse mai stata fatta. Si noti bene. La stessa sentenza dice che così voleva la prima stesura della disposizione, nel testo risultante dai lavori preparatori (nel luglio del 2018!). I ricorrenti hanno quindi vinto la causa anche se la sentenza definitiva deve essere ancora pronunciata.
Leggendo le carte abbiamo quindi scoperto.
1) Secondo le sentenze dei Tribunali di primo e secondo grado del Senato, la Delibera Fico è “NULLA”: è come se non fosse mai stata scritta.
2) Secondo il Tribunale della Camera, la Delibera Fico è stata scritta fin dall’inizio in modo che il taglio non tagliasse niente.
Oggi possiamo dire: sotto le colossali manifestazioni della propaganda grillina NIENTE.
Rattrista il pensiero che i media mai abbiano dato notizia esauriente delle sentenze di cui sopra.
Un’ultima annotazione. Poiché trattasi di sentenze è doveroso (anche se increscioso) dire: i “giudici” dei Tribunali interni delle due Camere che dicono “io ho votato contro la sentenza” non fanno un’affermazione corretta.
Chiunque può constatare di persona che le sentenze di detti tribunali portano in calce la firma di tutti i giudici senza distinzione, senza specificare chi ha votato a favore o contro. E ciò perché si tratta appunto di sentenze pronunciate secondo la legge. Legge che è e deve rimaner uguale per tutti e non essere piegata al volere politico non importa se di destra, di sinistra, di centro, di alto e di basso.
°°°°
Fotocopia del dispositivo della sentenza 272 del Consiglio di garanzia, come si vede, firmata da tutti i giudici, senza distinzione.
Decisione n. 272 del 12-lug 2023 – Consiglio di Garanzia
Decisione n. 660 del 05-10-2020 – Commissione contenziosa
Antonio Peragine
direttore@progetto-radici.it

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