<a href="https://www.corrierenazionale.net/" target="_blank" rel="noopener">Il Corriere Nazionale</a>

Del 18 Luglio 2023 alle ore 22:51

Regno Unito

Di Cristiano Tassinari  & Euronews World – AP – Agenzie internazionali 

La nuova legge – considerata una delle più dure d’Europa in materia di immigrazione – dovrebbe dissuadere i migranti dal venire nel Regno Unito ed evitare pericolose traversate della Manica. Ma chi arriverà illegamente, non potrà più chiedere asilo. Proteste all’arrivo della “nave prigione”

Una delle legge anti-immigrazione più severe d’Europa.
Il nuovo “Migration Bill” è stato approvato, nella notte tra lunedì e martedì, dal Parlamento britannico.
Molto criticato anche nella maggioranza, il disegno di legge è rimasto bloccato per settimane a Westminster, avendo la Camera dei Lord chiesto numerosi emendamenti, in particolare ai limiti alla detenzione dei minori e le tutele contro la schiavitù moderna.

Tra i punti-chiavi, uno in particolare: i migranti arrivati ​​illegalmente sul territorio britannico non potranno più chiedere asilo nel Paese.
Per entrare in vigore, il disegno di legge “Migration Law” ora dovrà ottenere la promulgazione da parte di Re Carlo III d’Inghilterra, che viene data per scontata.
La reazione delle Nazioni Unite, delle Ong e della Chiesa anglicana
Per l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, il disegno di legge è in contrasto con gli obblighi del Regno Unito in materia di diritto internazionale e avrà “serie conseguenze” per i migranti in cerca di protezione.

I migranti non avranno “alcuna garanzia di poter beneficiare di protezione nel Paese” dove saranno espulsi, denuncia l’Onu. La legge “crea nuovi ampi poteri di detenzione, con controllo giurisdizionale limitato”.
Il provvedimento sta scatenando un profondo dibattito nel Regno Unito, con numerose organizzazioni umanitarie che si sono schierate apertamente contro Downing Street.
Per l’Ong britannica Refugee Council, “è un giorno buio” per la reputazione del Regno Unito e “un momento serio” per chi cerca protezione: “La lotta per un sistema di asilo equo e umano continua”.

Il leader spirituale della Chiesa anglicana, l’Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, membro della Camera dei Lord, è un feroce oppositore della legge anti-immigrazione.

“Non vedo come questa legge permetterà di fermare i barconi dei migranti. Ho ascoltato il dibattito alla Camera dei Lord e on ho sentito nulla che mi abbia convinto”.
 Justin Welby
Arcivescovo di Canterbury

La “nave prigione”
Una delle decisioni contenute nel nuovo disegno di legge è la “sistemazione” di 500 richiedenti asilo su una chiatta di enorme dimensioni – la “Bibby Stockholm” -, arrivata martedì nel porto della città inglese di Portland, accolta con una massiccia manifestazione di protesta.

Proteste contro la “chiatta carceraria”. (Portland, Regno Unito. 18.7.2023)Ben Birchall/PA Media

L’hanno già definita “chiatta carceraria” o “nave prigione”.
Perché nel giro di un paio di settimane, la “Bibby Stockhlom” comincerà ad ospitare centinaia e centinaia di migranti, che vivranno (in che condizioni?) proprio all’interno della chiatta.
Il disegno di legge – e la stessa chiatta – fanno parte della strategia del primo ministro Rishi Sunak per impedire ai migranti di effettuare rischiose traversate del Canale della Manica su piccole imbarcazioni.Nel 2022, più di 45.000 persone lo hanno fatto e molte di loro hanno perso la vita.
Sono più di 13.000 ad aver effettuato la traversata dall’inizio dell’anno. Nel primo trimestre sono stati soprattutto afgani.
Ma “la maggior parte delle persone in fuga da guerre o persecuzioni non ha accesso a documenti, come passaporti o visti”, afferma l’Onu. “I percorsi sicuri o ‘legali’ sono raramente disponibili per loro”.
La nuova legge dovrebbe dissuadere i migranti dal venire nel Regno Unito, secondo il governo britannico, che stenta a mantenere la promessa fatta ai tempi della Brexit di “riprendere il controllo” dei confini.

Come si fa a vivere qui? (Portland, Regno Unito. 18.7.2023)Ben Birchall/PA Media

Migranti rimpatriati o “spediti” in Ruanda
L’esecutivo britannico vuole anche che i migranti, dopo essere stati accolti, trattenuti e identificati, vengano rimpatriati rapidamente nel loro Paese di origine o “spediti” in un Paese terzo, come il Ruanda, da qualunque parte provengano.
Lo scorso anno, Londra ha stretto un accordo con il Ruanda per l’invio di immigrati clandestini, ma l’accordo non è ancora mai entrato in vigore.
Un primo volo, previsto per giugno 2022, fu cancellato dopo una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo.
A fine giugno i tribunali hanno dichiarato illegale questo progetto, perché “il Ruanda non può essere considerato un Paese terzo sicuro, ma il governo britannico ha mmediatamente annunciato ricorso.

L’articolo La “chiatta carceraria”: simbolo del disegno di legge anti-immigrazione del governo britannico è già apparso su Il Corriere Nazionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.