Del 16 Luglio 2023 alle ore 07:00Con un emendamento soppressivo presentato in commissione Lavoro alla Camera, il centrodestra si prepara a dire no alla proposta di legge unitaria presentata dalle opposizioni
di Serenella Ronda
AGI – Con un emendamento soppressivo presentato in commissione Lavoro alla Camera, il centrodestra si prepara a dire no alla proposta di legge unitaria presentata dalle opposizioni (a eccezione di Italia viva) che punta a riconoscere una paga minima di 9 euro l’ora. Una mossa a cui, spiegano fonti del centrodestra, la maggioranza si è trovata “costretta” a ricorrere visto che “le opposizioni hanno preferito fare di un tema così importante un totem di propaganda in vista dell’estate, ponendo un muro sulla proposta da noi avanzata di una discussione a 360 gradi sulla contrattazione, il welfare aziendale e lavoro povero da avviare a settembre”.
Le forze di governo preferiscono quindi “continuare nel lavoro avviato su provvedimenti che hanno già dato i loro frutti – come il taglio del cuneo e il decreto lavoro – e quelli che tra qualche giorno arriveranno in Parlamento. Il tema dei salari è nell’agenda politica del centrodestra e stiamo lavorando per dare risposte adeguate e non solo strumentali e inattuabili”, si assicura.
“Non credo al salario minimo per legge perché io credo alla buona contrattazione collettiva e credo veramente nel valore delle parti sociali e soprattutto nel valore rappresentato dalla qualità delle relazioni industriali in Italia”: la titolare del Lavoro, Marina Elvira Calderone, riassume così la linea dell’esecutivo.
La protesta delle opposizioni
Le opposizioni insorgono e accusano la premier Giorgia Meloni di dare cosi’ uno “schiaffo a 3 milioni di lavoratori poveri“, affermano quasi all’unisono Elly Schlein e Giuseppe Conte. La battaglia proseguirà prima in Commissione, dove dalla prossima settimana inizieranno le votazioni sugli emendamenti, e poi in Aula. Sì perché anche se, alla luce dei numeri, Pd, M5s, Avs e Azione danno per scontata l’approvazione dell’emendamento soppressivo dell’intero testo sul salario minimo, trattandosi di una proposta in quota opposizioni il provvedimento andrà comunque in Aula (da calendario predisposto dalla capigruppo l’approdo è previsto il 28 luglio), ma con il no della commissione e un mandato ‘negativo’ al relatore a riferire in Assemblea.
A quel punto, una volta avviato l’esame in Aula, le strade potrebbero essere diverse: la richiesta con successivo voto di rinvio in commissione, la presentazione di una questione sospensiva dell’esame e il successivo voto dell’Assemblea, o infine un nuovo emendamento soppressivo da ripresentare in Aula. Qualsiasi delle ipotesi prevalga, il destino della proposta di legge sul salario minimo appare ormai segnato.
“La maggioranza presenta un emendamento per cancellare con un tratto di penna la proposta delle opposizioni sul salario minimo senza offrire neanche la possibilità di un confronto, di un dialogo”, premette Schlein. “Ma così facendo non umilia le opposizioni: umilia lavoratrici e lavoratori poveri, abbandonandoli alla morsa dell’inflazione e alle conseguenze disastrose dei provvedimenti di questo governo”, è l’affondo della leader dem. Che incalza: “Chi sopprime la possibilità di far uscire lavoratori e lavoratrici dallo sfruttamento e dalla povertà si qualifica da solo: stiamo parlando di 3 milioni e mezzo di persone con un salario minimo orario inferiore ai 9 euro. Quanta arroganza ci vuole per rifiutarsi di prenderli in considerazione?”.
La risposta, per Schlein, è una sola: “Sono interessati più alla propaganda e alla presa in giro che alla soluzione dei problemi”. Non è da meno il leader M5s: “Meloni e la maggioranza sono convinti di avere avuto con le elezioni il mandato politico di insultare gli italiani”, sostiene Giuseppe Conte, che parla di “schiaffo a giovani, donne e uomini che non arrivano a fine mese”. Conte tuttavia assicura: “Continueremo a oltranza e senza sconti la nostra battaglia in Aula“.
La maggioranza “usa mezzucci per impedire all’opposizione di presentare una proposta di legge unitaria sul salario minimo. Probabilmente la temono, molto piu’ probabilmente non hanno alcuna considerazione della democrazia parlamentare e della democrazia in generale. Tentare di affossare il salario minimo prima che arrivi in aula vuole dire affossare le normali regole del gioco democratico di questo Paese”, commenta il segretario di Piu’ Europa Riccardo Magi. Il centrodestra “blocca la legge e la controproposta è: nulla, i lavoratori sottopagati possono attendere”, afferma il capogruppo di Azione Matteo Richetti.
“Un no ideologico, senza avanzare proposte alternative“, è il giudizio della presidente di Azione Mara Carfagna. “Dalla destra arriva l’ennesima umiliazione”, osserva il Verde Angelo Bonelli. “Non hanno ritegno e non hanno alcuna attenzione alla povertà sociale e alle condizioni di lavoro di chi oggi lavora per 3 euro l’ora”, aggiunge.
“Fare la guerra ai poveri è lo sport preferito dalla destra di questo Paese”, scrive su Twitter Nicola Fratoianni. “Voler sopprimere la proposta di legge sul Salario minimo è indecente”, incalza. Voce fuori dal coro quella di Matteo Renzi (il suo partito non ha condiviso la proposta delle altre opposizioni), convinto che al posto del salario minimo “sarebbe meglio concentrarci sulla partecipazione dei lavoratori agli utili aumentando gli stipendi al ceto medio”. Italia viva ha presentato alla Camera un emendamento in cui si propone che il livello del salario minimo orario non sia stabilito dalla legge ma da una commissione di esperti.L’articolo La maggioranza boccia il salario minimo è già apparso su Il Corriere Nazionale.