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Del 14 Luglio 2023 alle ore 20:05di Federico Manghesi
Nel cinema odierno, quella dello zombi è diventata una figura nota al grande pubblico, alla quale i registi fanno riferimento di tanto in tanto soprattutto nella realizzazione di pellicole di genere horror. L’invenzione risale alla tradizione haitiana, ma ha visto la sua diffusione tramite la letteratura e, almeno nella forma più conosciuta oggi, tramite il cinema.
LA TRADIZIONE HAITIANA: GLI STREGONI CHE RESUSCITANO I MORTI
Nella mitologia di Haiti, lo zombie si legava ai riti vudù e alla presenza dei Bokor (stregoni oscuri che praticavano magia nera). I Bokor erano in grado di “sottrarre” l’anima alle persone, facendole precipitare in uno stato simile alla morte. Quando queste venivano seppellite, i Bokor, si impossessavano dei loro corpi, creando così il “morto vivente”. Queste pratiche sono presenti in numerose leggende haitiane. La paura più grande per le popolazioni era quella di poter diventare zombi e quindi schiavi del loro Bokor. Credenze di questo tipo sono evidenziate anche da raffigurazioni presenti sul territorio.
Raffigurazione di uno zombi in una piantagione haitiana
(fonte dell’immagine Wikipedia)
LA RELIGIONE VUDUISTA E IL PICCOLO ANGELO GUARDIANO
Quella del vudù è uno dei culti più antichi tra quelli ancora in voga, presente nell’Africa Occidentale fin dall’antichità e diffusosi nell’America latina con le deportazioni di schiavi gestite dai colonizzatori. Oltre all’aspetto puramente folkloristico, il vudù è una vera e propria religione. Il culto prevede una distinzione dell’anima in grande angelo guardiano (la parte materiale dell’anima e più legata alla dimensione corporea) e piccolo angelo guardiano (l’anima vera e propria che può staccarsi dal corpo). Il piccolo angelo guardiano può lasciare il corpo anche durante il sonno, ed è questa la parte che può essere controllata tramite i riti dei Bokor. Il vuduismo venne combattuto duramente dalla Chiesa Cattolica per via della presenza di magia nera e di “superstizione” presente nel culto. Tuttavia la religione vuduista è sopravvissuta e si trova oggi in sostanziale presenza a Haiti e nel Benin.
WHITE ZOMBI: GLI ZOMBI APPRODANO SUL GRANDE SCHERMO
La prima rappresentazione degli Zombi nel mondo del cinema risale al 1932, quando Victor Halperin gira L’isola degli Zombi (White Zombi). Nel film la figura dello zombie è legata al rituale vudù: ad Haiti un uomo (spinto dalla gelosia) si rivolge ad uno stregone per impedire il matrimonio tra Madeleine e Neil. Lo stregone si impossessa dell’anima di Madeleine tramite il rituale citato in precedenza.
Siamo ancora distanti dall’immagine che oggi abbiamo dello zombie.
GEORGE ROMERO E LA NASCITA DELLO ZOMBIE MODERNO: LA GUERRA IN VIETNAM
1968, la guerra in Vietnam imperversa da più di dieci anni ormai e sembra essere destinata a proseguire a lungo. Le proteste pacifiste contro l’interventismo americano scuotono il paese e il mondo del cinema non si tira indietro. Tra i numerosi film di protesta contro la guerra troviamo anche quello che dà origine al fenomeno dello Zombie movie: “La notte dei morti viventi” di George Romero. Il regista di New York mostra un vero e proprio esercito di Zombie sullo schermo che, nel suo immaginario, era volto a rappresentare una vendetta dei caduti della guerra in Vietnam nei confronti dello Stato che li aveva mandati a morire. In questo modo il ruolo dello zombie acquisisce una connotazione strettamente politica e di avversione verso il governo.
Il proseguire del film denota poi una critica alla società americana e forse all’intera umanità: l’uomo si rivela essere più crudele degli Zombie e, a tratti, anche più pericoloso. Nel finale, la polizia, col pretesto di liberarsi degli zombie, finisce per giustificare la propria violenza razzista, uccidendo un ragazzo di colore, fingendo di averlo scambiato per zombie. Il nemico più grande resta comunque l’essere umano.
(fonte dell’immagine Wikipedia)
ZOMBI: LA CRITICA AL CONSUMISMO AMERICANO
Gli anni ‘70 vedono un’esplosione nel benessere della società americana. L’edonismo e la cultura del consumo promosse dai leader del paese sono oggetto di un altro capolavoro di Romero: “Zombi”. Ormai la crisi degli Zombi si è espansa a macchia d’olio e il mondo è sempre più in difficoltà nel fronteggiare la catastrofe. Se nel primo film della serie i personaggi, nel tentativo di difendersi dall’apocalisse zombi, si rifugiavano in una casa, qui i protagonisti si trovano a ripararsi dentro ad un supermercato abbandonato. Barricati all’interno della struttura, gli zombi finiscono per assediarli dentro. I personaggi si avvicendano in una serie di tradimenti e peripezie che portano ancora una volta ad un finale crudo, cruento in cui lo spettatore fatica (anche dal punto di vista visivo) a discernere lo zombi dall’essere umano. La telecamera riprende gli zombi accalcarsi addosso alle vetrine del supermercato, con un’evidente critica al consumismo del tempo, che si sarebbe fatto, da lì in poi, sempre più preponderante nella società occidentale.
Il supermercato, simbolo dell’acquisto compulsivo viene indicato come elemento di distrazione di massa durante la catastrofe in corso. Il momento difficile vede prosperare il consumo smodato, che porta ad un uomo egoista che, privo di valori che esulino dalla moneta e dall’accumulo continuo di beni materiali, raggiunge lo stesso livello di umanità dei “morti viventi”.  I rapporti umani soccombono sotto l’ambizione della ricchezza, che rende gli uomini capaci di “divorarsi” a vicenda.
Scena dal film “Zombi”
(fonte dell’immagine Wikipedia)
Federico Manghesi
L’articolo George A. Romero: l’uomo che inventò gli zombi dai riti vudù al grande schermo è già apparso su Corriere di Puglia e Lucania.

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